Wednesday, October 25, 2006

tHe BoLd AnD tHe BeAuTiFuL song

Il bel marinaio Nick, ormai a quanto pare nuovo e stabile uomo di WonderBrooke, organizza una gita in tema piratesco per la bella e bionda quarantenne e per i suoi due figli (di padri vari ed eventuali), Hope e R. J. sull'isola dove i due si sono trovati tempo fa soli soletti e dove è sbocciato il loro ammmmmmore. Dopo aver messo a letto in bambini i due si lanciano in smielenserie e, presi nella morsa fatale dell'appiccicaticcio miele, ricordano la canzone che il Nick canterino aveva, ai tempi, scritto per WonderBrooke (ovviamente prima di scriverne una per Bridget, la di lei figlia e, ormai, ex moglie di Nick, anche se non ancora burocraticamente ma solo moralmente). Eccone il testo, degno di una lovesong d'autore:

I'm coming back again.
I'm coming back again.
I'm coming back again.
I'm coming back again.
I'm coming back again.
I'm coming back again.
I'm coming back again.

I'm coming back again.
I'm coming back again.
I'm coming back again.
Open up your eyes...

I'm coming back again.
I'm coming back again.
I'm coming back again.
I'm coming back again.

I'm coming back again.
I'm coming back again.
I'm coming back again.
I'm coming back again.
I'm coming back again.
I'm coming back again.


...ora, mi trovo un po' in imbarazzo perché non so dire il titolo, non vi è memoria storica a testimoniare che il bel marinaio abbia effettivamente dotato questo pezzo di poesia mondiale di un incipit che ne permetta il riconoscimento... ma l'importante è che a WonderBrooke piaccia... e le piace un sacco!!! Ammette, la brava donna, di aver pensato a queste parole in tutti i momenti tristi e duri degli ultimi periodi, momenti in cui si sentiva persa e afflitta. Per fortuna il Nick paroliere intuendo che, probabilmente, questa sua canzone sarebbe stata un punto di forza per la WonderBrooke, ha pensato che per non oberare troppo la donzella persa e afflitta, tanto valeva scrivere qualcosa facile da ricordare!... se non è amore questo... !!!

Sunday, October 15, 2006

Problema Artistico-Esistenziale Persistente

Riflessione rivolta, oltre che a me stessa, ai visitatori assidui e casuali del blog, esperti o meno di Arte... Durante il mio viaggio ad Amsterdam di qualche anno fa, oltre ad aver dormito con altre tre persone (già conosciute tengo a precisare) in un letto matrimoniale e essermi ritrovata infradiciata di birra dalla vita in giù, ho avuto occasione di visitare il Van Gogh Museum e proprio lì, davanti ad un quadro, mi è sorto un quesito a cui ogni tanto ripenso e a cui non so se troverò mai una risposta.
Una sorta di sidrome di Stendhal forse.
Inizio col dire che il museo è molto bello e interessante per i contenuti ma è (come affermato anche dal professore di progettazione che ci ha goliardicamente accompagnati "in gita") architettonicamente l'esempio lampante di come NON deve essere fatta una struttura espositiva... non mi interessa ora addentrarmi in considerazioni architettonico-distributive, le opere esposte sono magnifiche, ci si deve solo adeguare a prendersi a testate e a gomitate sui denti con le altre centinaia di visitatori per riuscire ad arrivare a 1m e mezzo dal quadro e riuscire a vederlo, basta attrezzarsi di pazienza e di kit di pronto soccorso per ovviare a danni causati dagli scontri più sanguinolenti (vedersela con un norvegese è sicuramente più rischioso che incappare in un giapponese... anche se il simpatico orientale potrebbe avere dalla sua il potentissimo flash dell'inseparabile macchina fotografica).
Comunque il quesito riguarda V. Van Gogh, per la precisione un suo famoso quadro, "I Girasoli" del 1889 (perchè ci sono diverse versioni, io proprio di QUESTA parlo)... mi chiedo: tutte le altre versioni hanno dei colori verosimili, questa stessa versione ha colori verosimili al 98%... se non fosse per quella parte interna di uno dei girasoli sulla destra che è pittata in azzurro.

PERCHE'?
LO DEVO SAPERE, sono anni che ho questo tarlo in testa... perchè tutto in marronegiallosenape, colori tendenti al vero in pratica, e quel pezzetto lì no?
Ma la riflessione che ne consegue nella mia mente va in realtà a colpevolizzare la nostra smania umana di arrivare sempre alla spiegazione delle cose. Tutto deve essere analizzato e spiegato, tutto (limitiamoci ora solo al campo artistico, ma vale per qualsiasi cosa che non sia Dio) deve essere studiato, ristudiato e deve avere una spiegazione logica supportata e poi esplicitata in pagine e pagine di scritti... può essere che questa macchia di azzurro abbia una spiegazione scientifica su cui sono stati tenuti congressi, scritti saggi e libri di cui io, ignorante nell'animo, non sono a conoscenza... se è così sicuramente qualcuno ha in tasca la soluzione al mio quesito.
Ma se non fosse così? Se tutti si fossero chiesti la stessa cosa, anni prima di me e nessuno fosse arrivato a una conclusione? Bè, nonostante tutto lo troverei sicuramente più soddisfacente. Vorrebbe, a mio parere, dire che non a tutto c'è una spiegazione e che, nonostante tutto, nonostante gli sforzi fatti, neanche la nostra mente smaniosa di spiegazioni razionali può razionalizzare gesti irrazionali.
Che l'amico Vincent di razionale avesse niente è, credo, universalmente riconosciuto. E allora perchè renderlo per forza razionale? Perchè tutto quello che ha fatto, disegnato, dipinto e scritto deve essere studiato, fatto a pezzi e poi ricomposto secondo la nostra razonalità comune? Perchè sbandierare ai quattro venti la geniale irrazionalità quando poi alle opere viene attribuito un rigido percorso tecnico-mentale-evolutivo? Discorso secondo me valido per molti artisti.
Ad una conclusione, forse, posso però arrivare da sola: il mio tarlo è frutto della mentalità comune, non di una vera curiosità mia. Che ci sia o no una spiegazione, pensandoci bene, non mi interessa... anche perchè so che nessuno potrà mai darla per veritiera.

Magari l'amico Vincent ha avuto lo schizzo di fare quel pezzetto azzurro, magari tutto quel marronegiallosenape l'aveva scocciato o magari, semplicemente, aveva finito il colore e ad Arles faceva troppo caldo per scendere e comprarne dell'altro.

Saturday, October 07, 2006

Welcome










News dell'ultim'ora: do il benvenuto nel mondo dei blogghisti più o meno incalliti all'amica Trillina!!!

Cambio look!

Ho cambiato look al blog, fra un po' magari mi metterò anche a riscrivere "seriamente"... ma chi è un gentile e assiduo lettore deve comunque avere pazienza.
Non so se la formattazione che vedo io con Mozilla si vede correttamente anche con l'Explorer, se non vedete i vari box a lato perdonatemi, adattatevi a scrollare verso il basso, sicuramente in fondo in fondo li trovate... ho tentato in tutti i modi di ovviare al problema ma non ci sono riuscita :(.

Monday, October 02, 2006

Oh mio Dio!

Commento in tempo reale:
ma il nuovo e intelligentissimo reality "La Pupa e il Secchione" è un tentativo di bypassare tutte le restrizioni che i poveri e meschini programmi hard delle reti regionali non sono mai riusciti a bypassare?
Perchè ho appena assistito a uno spogliarello di due ragazze che si adoperavano per essere scelte da un secchione per iniziare la loro interessante esperienza all'interno del programma assieme al suddetto secchione.
A parte il fatto che il secchione è stato piazzato in mutande in una vasca piena di schiuma, a mo di gambler di Las Vegas... e ok. Le due ragazze si sono esibite davanti al secchione a bagno per essere scelte... e va bene che ormai in televisione si vede di tutto, e va bene che, come dicono in tanti, la volgarità sta nelle immagini truci dei telegiornali (opinione condivisibile e non), e va bene che sicuramente tutta la popolazione maschile non sarà d'accordo, e va bene che sono indubbiamente delle belle ragazze... ma è il caso d far proprio vedere ste due che sculettano e che si tolgono l'impermeabile... e ok... la gonna... e ok... la camicia... e ok... rimanendo in corpettino e mutandina molto ina una e corpettino e perizoma l'altra. Ma non basta, perchè le due anelano, pur di entrare nel programma, a togliersi di più! E allora via anche la mutandina ina ina e il perizoma, rimanendo in tanga con le chiappette di marmo belle in mostra.
Ovviamente a questo punto, il secchione messo a mollo che ha fatto da spettatore deve fare anche lui la sua parte e scegliere una delle due... ma prima deve uscire dalla vasca e essere asciugato e imborotalcato dalle due. Non voglio cadere nel pornografico, ma lascio immaginare cosa può essere un uomo in mutande davanti a quattro chiappette di marmo.
Ma in realtà quello che mi ha stupito di più è non riuscire ad avere la mente abbastanza donna da capire a cosa serve avere un tanga sotto un perizoma.